FAQ

Essere Città dell’Olio oggi, deve essere un elemento che aggiunge “valore” alle amministrazioni socie, deve avere un contenuto di forte identità culturale di un territorio, proponendosi come strumento di progettualità e di attrazione di investimenti per realizzare occasioni, eventi e progetti di marketing territoriale che permettano ad un singolo territorio o più territori di un area omogenea di condividere una strategia comune nella difesa della storia, delle origini, del territorio, del paesaggio, delle produzioni tipiche, delle attività agricole, un insieme di valori fondamentali nelle politiche di promozione dei territori con particolare riferimento alle specificità produttive agricole e alimentari d’eccellenza quali l’olio extra vergine.

Enrico Lupi - presidente dell'Associazione nazionale Città dell'Olio
Fonte: http://www.cittadellolio.it/benvenuto/

Tra i borghi più suggestivi

Nel marzo del 2001 nasceva il Club de I Borghi più belli d’Italia su impulso della Consulta del Turismo dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). Questa iniziativa è sorta dall’esigenza di valorizzare il grande patrimonio di storia, arte, cultura, ambiente e tradizioni presente nei piccoli centri italiani che sono, per la grande parte, emarginati dai flussi dei visitatori e dei turisti. Sono infatti centinaia i piccoli “borghi d’Italia” che rischiano lo spopolamento ed il conseguente degrado a causa di una situazione di marginalità rispetto agli interessi economici che gravitano intorno al movimento turistico e commerciale. […] Per questo il nostro Club, che non è stato creato per effettuare una mera operazione di promozione turistica integrata, si prefigge di garantire – attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione – il mantenimento di un patrimonio di monumenti e di memorie che altrimenti andrebbe irrimediabilmente perduto. […] Non proponiamo dei “paradisi in Terra” ma vogliamo che le sempre più numerose persone che ritornano a vivere nei piccoli centri storici ed i visitatori che sono interessati a conoscerli possano trovare quelle atmosfere, quegli odori e quei sapori che fanno diventare “la tipicità” un modello di vita che vale la pena di “gustare” con tutti i sensi.

Fiorello Primi, Presidente Club I Borghi più belli d’Italia

Fonte: http://borghipiubelliditalia.it/club/

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Esistono varie ipotesi sull'origine del paese

Quella più accreditata si riferisce alla numerosa presenza di falde acquifere superficiali, che ha spinto, nel passato, molti abitanti dei vicini casali, soprattutto nei periodi di siccità, a cercare acqua in questo luogo, nel quale poi si sono stabiliti. Secondo alcuni, la sua nascita pare risalga all'alto Medioevo, probabilmente intorno al VII-VIII secolo; sicuramente nel XII secolo, in pieno periodo normanno, Presicce è già un casale. Dal XIII al XIX secolo appartiene a numerosi feudatari, tra i quali vanno ricordati i Securo, i Drimi, i de Specula, i Cito, i Bartilotti e i de Liguoro.

L'asse principale del nucleo abitato è formato dalle attuali Via M. Arditi e Via A. Gramsci. Intorno a quest'asse, in una serie di vichi e piazzette, con costruzioni prevalentemente a "corte", si estende in seguito il centro abitato. La tipologia della "casa a corte" consiste in "uno spazio scoperto, comune o privato, intorno al quale si dispongono una o più unità abitative".

Nei secoli passati l'economia del paese è stata a carattere prevalentemente agricolo: lo testimoniano, tra l'altro, i numerosi frantoi ipogei che si trovano nel sottosuolo del centro e che evidenziano una certa agiatezza degli abitanti. Fra questi vanno enumerati diversi mercanti di olio che si occupavano dell'esportazione del prezioso "oro giallo" dal porto di Gallipoli verso le piazze europee.

Giacomo Arditi, storico locale, descriveva la Presicce del suo tempo (fine '800) come un "insieme che non sa di villereccio ma di grave e di civile". Questo giudizio può essere ancora condiviso agli inizi del XXI secolo.

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